sabato 24 novembre 2012

Io e te siamo due

Stavo finendo di scrivere un post. Lo rileggo in anteprima e vedo 24 Novembre.
Per oggi rimane nelle bozze.

Oggi è una giornata davvero piena, di quelle che noi sai come e se arriverai alle 23.59.
La Golifamily ha in programma per questo sabato una visita dai nonni paterni, l'inaugurazione di una mostra e la visita ai nonni materni dove ci accamperemo per qualche giorno. Il tutto con contorno di valigie da fare, casa da rassettare, preparare i nani, preparare noi, pranzo veloce e 300 km complessivi di viaggio.
Ma finita la giornata poco rimarrà se non il ricordo della fatica fatta.

Ma lei non la posso scordare.
Oggi sarebbe stato il suo giorno. Un giorno di piante, fiori e cioccolatini, preferibilmente i monkerì, come li chiamava lei, anche se non disdegnava gli altri, golosa com'era. Lei diceva ' ho il pelo della gola lungo' e quante volte me lo sono sentita dire anch'io quando mi beccava a fregare l'ennesima merendina dalla credenza.
Era una donna forte.
Avete presente quando sentiamo dire 'eh, le donne di una volta, quelle che hanno passato la guerra e oltre ai propri hanno allevato anche i figli altrui' ecco, era lei.
Un padre e un fidanzato morti in guerra; del fidanzato mi diceva sempre che assomigliava a Clarche Gable [va letto alla lettera] ; del suo bello le era rimasta una foto sulla quale sospirava e ripeteva nell'attesa del ritorno 'che passione averlo di ciccia e baciarlo di cartone!'.
Un lavoro in una grande sartoria che al tempo serviva nobili, attori e principi. Tra tutti mi raccontava sempre del principe arabo a cui veniva dato tanto oro quanto pesava e che si presentava sempre con una moglie diversa. E io me lo immaginavo questo principe, che mangiava allo sfinimento, seduto su lingotti d'oro, circondato di belle donne velate, grasso e giocondo e mi faceva tanto ridere.
Un atelier dove insieme alla 'padrona' nascondevano le famiglie di ebrei che fuggivano dall'arrivo dei Tedeschi a Firenze.

E' lei che mi ha allevata, me e anche mia sorella, perché i miei lavoravano dalla mattina alla sera e non potevano fare altrimenti.
Non voglio fare la lista di quello che mi ha insegnato, anche perché è impossibile trascrivere in punti la parte migliore di sé.
Spesso la ricordo in gesti semplici, quotidiani, banali.
Quando cucino, perché i sapori e gli odori dei suoi piatti (che cerco invano di rifare) racchiudono la mia infanzia; quando faccio una frittata e riesco a rigirarla saltandola in padella, perché è lei che me lo ha insegnato che avevo circa 10 anni; quando mi spalmo la crema per il viso, perché lei non si truccava ma la crema per il viso ogni mattina non poteva mancare. E l'acqua di colonia nelle occasioni speciali.

Oggi il compleanno e domani l'anniversario di matrimonio.
Con quel ragazzo orfano e sopravvissuto alla guerra e che l'ha fatta ammattire perché era un gran donnaiolo. Ma lei non si faceva mettere i piedi in testa. All'ennesima 'sgarrata' non disse niente ma concentrò tutto il suo disappunto in un calcio sferrato nel mal capitato stinco su cui il nonno si è portato la cicatrice fino alla fine. E lei accanto a lui, fino alla fine, nonostante tutto.

Destino ha voluto che nella notte tra il 24 e il 25 Novembre avesse il primo ictus, che le portò via la parola. Non sentire più la sua voce è stato doloroso, ma lei era sempre comunque con me.
E poi il secondo, e il terzo. Si è consumata come una candela, in 4 lunghi anni dove con umiltà e pazienza ha fatto sì che potessimo prenderci cura di lei, in tutto e per tutto, lei che per una vita si era presa cura degli altri. Non è facile. Non è facile non farsi prendere dall'orgoglio, attaccarsi alla propria dignità più che all'amore degli altri e chiudersi e lasciarsi morire.
Ricordo che le notti con lei in ospedale non sono mai state sinonimo di fatica. Io non potevo fare altrimenti di esserle lì accanto. Forse ne avevo più bisogno io di lei.


Perché in fondo, nonna, era vero quello che mi ripetevi sempre. Una cosa che racchiudeva tutta la nostra complicità, la nostra intesa, il nostro bene reciproco, il nostro essere l'una dell'altra.
Ed è vera tutt'ora.
Ed è la prima cosa che ti dirò quando ti rivedrò.

Io e te siamo due!

Tanti auguri Nonna

Chiara



 
 

giovedì 15 novembre 2012

INSIEME CONTRO IL TETANO NEONATALE - C'era una volta #incamerunconclaudia (par. I)


"C’era una volta (e c’è ancora) un paese lontano lontano chiamato Africa; un paese caldo dove sembra sempre estate, dove il cielo sembra molto più grande e dove vivono tantissimi animali come quelli di cui la mamma ti racconta le storie per fare la nanna.
E’ un paese davvero distante da dove abitiamo, ancora più distante di casa dei nonni, molto di più, e anche lì vivono tante mamme con i loro bambini, come me e te.

Insieme contro il tetano - Pinterest

Bambini come te a cui piace giocare, andare a scuola, stare con i propri amichetti, rincorrersi e ridere.
Mamme come me, che sono felici quando vedono che anche i loro bambini stanno bene. Perché la mamma è felice quando vede che cresci sano e forte mentre è triste quando vede che non stai bene. Lo sai questo, vero?
Purtroppo ai bambini di questo paese lontano molte volte succede che si ammalino addirittura appena usciti dalla pancia della loro mamma. Sai perché?
L’Africa è un paese tanto bello quanto povero, e quando la mamma dice povero non vuole dire che non hanno i giochi, la tv, lo zainetto per l’asilo o il budino al cioccolato se hai fatto il bravo. Le persone in Africa a volte non hanno nemmeno abbastanza acqua da bere o le medicine per curarsi, nemmeno i bambini, anche quelli piccoli piccoli.
T’immagini Lore se quando hai il raffreddore o il mal di pancia la mamma non avesse la medicina per farti guarire? In Africa purtroppo succede. E in Africa le malattie sono mooolto più birbe del raffreddore. Tante mamme là sono tristi proprio perché non possono curare i loro bambini.
Sai allora cos’è successo?

Insieme contro il tetano - Pinterest
Un bel giorno una mamma di nome Claudia, insieme ad altre persone, hanno deciso di partire per l’Africa per aiutare tutte quelle mamme e i loro bambini. 
Alcuni hanno dato una mano per cercare l’acqua pulita, altri hanno portato le medicine per sconfiggere le malattie birbe. 

Mamma Claudia è andata a trovare i bambini in ospedale e ha passato un giorno intero con loro, ha conosciuto e parlato con le loro mamme e gli ha raccontato delle belle fiabe.

Insieme contro il tetano - Pinterest
Sai che mamma Claudia ha conosciuto anche un Re? 

Insieme contro il tetano - La casa nella prateria
Era il capo del villaggio dei bambini, un capo molto saggio che si prende cura del suo popolo; invece della corona ha un cappello intrecciato e un vestito con i colori della sua terra, e ha uno scettro magico che scaccia via le mosche! 
Gli abitanti di quel paese lontano erano così contenti dell’arrivo di Claudia e dei suoi amici che ballavano dalla gioia e sorridevano, come te quando la mattina di Natale trovi i regali sotto l’albero.
Adesso mamma Claudia è tornata a casa dai suoi bambini che come voi aspettavano che la loro mamma gli raccontasse una storia a lieto fine come quella da lei vissuta.



Ma la storia del Re di Malimba, delle mamme che ballano e dei bambini che ridono non è finita qui. E’ una storia che sta accadendo ora, nello stesso istante in cui te la sto raccontando. E anche noi Lore possiamo aiutare quei bambini, ora. Anzi, perché non lo facciamo? Vieni, mettiti le scarpine che andiamo a fare un po’ di spesa…"

Questa sarà una delle storie che racconterò ai miei figli. Non è una favola ma è una realtà concreta fatta di persone che hanno bisogno e persone disposte ad aiutare.
E’ la storia di Claudia Porta, mamma e blogger de La casa nellaprateria, partita alla volta del Camerun con una delegazione Unicef, in collaborazione con P&G, con l’obbiettivo di sconfiggere la piaga del tetano materno e neonatale, come ci spiega la stessa Claudia:
Nei Paesi in via di sviluppo, ogni 9 minuti un bambino muore a causa del tetano neonatale. Di questi, il 70% nel primo mese di vita. Unicef ha come obiettivo quello di debellare il tetano materno e neonatale entro il 2015. Grazie alle campagne avviate con il contributo di P&G, la malattia è già stata sconfitta in otto Paesi (Myanmar, Uganda, Senegal, Liberia, Ghana, Guinea-Bissau, Timor Est e Burkina Faso). Entro il 2102, Unicef conta di liberare da questa piaga anche il Camerun e altri otto Paesi.Questa malattia mortale è infatti facilmente prevenibile grazie alla vaccinazione delle donne in età fertile e in gravidanza, che protegge mamme e bambini dal rischio di infezione durante il parto.”
 Anche noi possiamo dare una mano a raggiungere questo importante traguardo:

  • Già dal 1 ottobre e fino al 31 dicembre 2012 è possibile sostenere l’iniziativa anche presso supermercati e ipermercati grazie a un semplice meccanismo 1 confezione=1 vaccino. Basterà individuare le confezioni o le attività promozionali legate all’iniziativa e, per ogni confezione acquistata, Dash e le altre marche P&G doneranno all’UNICEF l’importo equivalente all’acquisto di una dose di vaccino. Al fianco di Dash, ci sono Gillette, Pantene, Oral-B, AZ, Olaz, Herbal Essences, ACE, Ambi Pur, Fairy, Mastro Lindo, Swiffer, Viakal.
  • Potete andare sul sito dell' iniziativa dove, oltre a trovare maggiori informazioni a riguardo, potete reindirizzarvi sulle FB fanpage dei prodotti che partecipano al progetto, trovare il post che parla dell’iniziativa ‘Insieme contro il tetano neonatale’ e donare 1 vaccino cliccando ‘Mi piace’ o 3 vaccini cliccando ‘Condividi’
  • Parlate del vostro contributo e seguite il progetto su Facebook oppure su Twitter tramite @ClaudiaPorta e @DashPerUnicef twittando con gli hashtag #incamerunconclaudia #dashperunicef #p&gperunicef #controiltetano #pgperunicef  
  • Potete seguire la storia di Claudia sul suo blog, dove troverete anche i video del suo Diario di Viaggio oppure attraverso le bellissime foto dell' esperienza in Camerun su Pinterest
  •  Per maggiori informazioni visitate il sito di Missione Bontà dal quale è possibile, per chi desidera, dare un ulteriore contributo con una donazione in euro. 

C'è anche un'interessante intervista a Claudia fatta da Adriana di Ricomicio da quattro, pubblicata sul suo blog, che potete leggere qui.  

Raccontate ai vostri figli una storia alla quale potete partecipare in prima persona, una storia che potrà avere un lieto fine anche grazie anche a voi.

Insieme contro il tetano - Pinterest


[ #incamerunconclaudia to be continued...]

      
P.S: un grazie a Manuela per avermi coinvolto in questa iniziativa, bella ma soprattutto utile, perché quando uno scopo come questo è condiviso fare le cose (in questo caso scrivere un post) ha tutto un altro gusto. 

martedì 6 novembre 2012

50 sfumature di papà

In verità è un po' che avevo in mente questo post. Stimolata dalla piacevole conoscenza di 50sfumaturedimamma, le mie amiche une-e-trine (alle quali il titolo si ispira e non al famoso Mr. Grey), l'input è stato completato dopo la lettura di un divertente articolo su DonnaModernaBambino scritto da Davide Nonino ( aka @appiccicati ) sulla figura del 'papà in attesa' (e sapere che è stato scritto da un uomo è ancora più spassoso, ve lo consiglio). E così mi sono decisa.
Le fonti (vi assicuro attendibili) di questo post nascono invece tra una chiacchiera e l'altra tra amiche mamme, reali e virtuali, come spesso accade, sull'argomento papà, della serie: "ma il tuo com'è? ti aiuta? dormeinpiedi? se ne frega? ha le capacità ma non si applica? (ah, no,questo lo dicono sempre a scuola), è un casalingo mancato?" etc....
E le risposte contemplano tante di quelle variabili da poterci scrivere un manuale: chi, sentendo piangere la prole di notte, si sveglia e addirittura si alza, chi invece continua a ronfare come un trattore; chi 'di tv e videogiochi non se ne parla'; chi, al contrario, per Natale vuole regalare ai figli l'ultima consol megaspaziale anche se hanno meno di 2 anni perché 'va beh, intanto che crescono ci gioco io'. E via all'infinito.
Quando noi-donne parliamo di loro-uomini i commenti si sprecano e la lingua si scioglie nemmeno facessimo un'orazione accademica.
Ma, soprattutto, quando noi-mamme parliamo di loro-papà, si salvi chi può.
Forse noi pretendiamo troppo (e loro potrebbero fare un passo più); forse dovremmo stare più rilassate (e loro potrebbero contribuire alla causa); forse, forse, forse....
Fatto sta che parlando con alcune mamme ciò che è evidente è che ogni uomo, bene o male, presto o tardi, nel suo personalissimo modo, risponde alla chiamata della responsabilità genitoriale.
E spezzando una lancia a favore di chi viene da Marte dico che, se è vero che gli uomini non sono tutti uguali (perché dai, onestamente molti si salvano, ammettiamolo), le tipologie di papà sono ancora più varie e numerose.
E interessanti.
Perché di fronte ai figli l'uomo tira fuori l'essenza di sé, positiva o negativa che sia. Non come noi che nasciamo con l' istinto (che spesso si trasforma in un 'pallino') della madreperfetta, il nostro è più un senso unico. Probabilmente è anche per questo che un bravo papà è più facilmente apprezzabile di una brava mamma.

Ma veniamo al punto.

Apparentemente sono tutti accomunati dall'espressione un po' sommessa di chi deve sopportare gli scleri quotidiani della madre dei propri figli e dall'illuminarsi del viso appena pronunciano il loro nome (soprattutto se il nome l'hanno scelto loro).
Dopodiché ognuno mette in pratica la paternità a modo suo.
E alcune di queste modalità sono comuni e hanno delle caratteristiche dominanti.
Per esempio:


Il papà Chioccia:
si occupa dei figli a 360°. Anzi no, 359°, giusto perché non ha il seno. Perfetto, se non fosse che a volte pensa di essere più madre di te. Tu a quel punto gli ricordi delle nausee e del parto e torna tutto nei ranghi.


Il papà Ghiro:
bravo, per carità, ma non si sveglia mai, MAI, quando la notte piangono. Vive di un sonno profondo, roba che tu non sai più cosa sia da tempo immemore. E lo detesti soprattutto quando la mattina si sveglia col sorriso e ti chiede 'Dormito?'




Il papà Orso:
di poche parole, se ne sta sul divano, sembra quasi anaffettivo; poi torni a casa e lo trovi a giocare come un matto rotolandosi per terra con i nani. Tu lo guardi così O.O e lui che si giustifica borbottando una cosa del tipo 'se non ci sei tu in qualche modo devo pur fare!',anche se alla fine si diverte più lui di loro.


Il papà Canguro:
è un girellone per natura infatti è sempre disponibile a caricare i figli per portarli a passeggio. In casa fa poco o niente, ma in compenso tu mamma puoi fare almeno le tue cose in santa pace. E' un tipo sportivo, spesso in tuta e sneakers, e per le uscite naturalmente predilige il marsupio.


Il papà Pigna:
l'avete mai sentito il detto 'sei duro come le pine verdi' ? Ecco, è lui. Quello che non sai se ci è o ci fa, quello che mentre parli, anche della stessa cosa 10 volte al giorno, tentando di spiegargliela (tipo come cambiare un pannolino, dove prendere i vestiti e altre necessità nanesche) , continua a ripeterti 'che hai detto? scusa, non ho sentito/capito'. E tu, a quel punto, ti trasformi in Carrie l'incendiaria.


Il papà Hippie:
non immaginatevi un sessantottino capellone vestito d'arcobaleno, no. L'hippie nella tipologia paterna è quello che vive secondo il pensiero liberista del 'laissez faire, laissez passer'. Lui si definisce un animo libero privo di ansie di fronte ai figli. Arrenditi, paragonata a lui sarai sempre 'la sclerata'. Anche quando, un po' preoccupata, deciderai di chiamare il pediatra al settimo giorno di febbre a 40. Esagerata!


Il papà Furio:
pensate al mitico personaggio di Verdone, il marito di Magda: precisino, puntuale, schizzinoso, superorganizzato, sì, insomma, un rompiballe un po' pignolo. Ha sempre da ridire su tutto, secondo lui non ne fai mai una al verso. Cura la famiglia nei minimi particolari ma seguendo sempre una regia di tipo patriarcale. Tu della sua casa sei la regina. Continuamente ripresa su ogni cosa, ma sei la regina.
[Consiglio: fai qualcosa prima di ritrovarti a ripetere all'infinito 'non ze la fazzo più' perchè il bello e tenebroso col maggiolone disposto a fuggire con te esiste solo nei film].


Il papà 'MiaMatre':
Secondo voi chi è? Esattamente, proprio lui. Quello che come ha tirato su i figli sua madre non li ha tirati su nessun'altra donna in tutta la storia dell'umanità. E' un papà attento, premuroso, fiero della progenie (soprattutto maschile, poiché 'le donne sì, ma l'omini so mejo'); in casa si dà da fare entro certi limiti e tali limiti non sono dati dal fatto che sia un incapace o perché sia pigro, affatto. Quando lo vedete fermo di fronte a una cosa che potrebbe benissimo fare lui la ragione è una sola, ovvero 'questa cosa in casa mia l'ha sempre fatta mia Matre'. E sono gli stessi che dicono ' a te mia madre non è mai piaciuta'. Ah sì?




Il papà Stachanovista:
questa è la tipologia più diffusa. E' quello che torna sempre stancherrimo dal lavoro e, quando tu gli chiedi di cambiare un pannolino o di dargli la pappa o di guardarli un attimo per farti la prima doccia dopo giorni, dopo 5, dico 5, minuti che li ha, dice ' Ne hai per molto? Io sono stanco, lavoro tutto il giorno!' E lo dice a te, che tra casa, bimbi e lavoro tuo hai una giornata di 24 h. Avete presente, vero? Non avevo dubbi.
(Variante dello Stachanovista è lo Yuppie, ovvero lo Stachanovista in versione career mood).


Le tipologie non finirebbero qui ma per onestà scientifica riporto quelle effettivamente sperimentate, direttamente e indirettamente, e che quindi conosco meglio.
Alcune sarebbero degne di un ulteriore approfondimento e chissà che non succeda in qualche post futuro, supportata nella stesura da qualche uomo di buona volontà e con il senso dell'umorismo.

E a proposito di senso dell'umorismo, cari papà, padri, babbi, mi rivolgo a voi che avete avuto l'arditezza di arrivare a leggere fino a questo punto, non ve la prendete troppo, il difetto, si sa, fa notizia ma l'affetto, il vostro, è indiscusso.
Lo sappiamo tutti, noi mamme siamo così, dobbiamo riderci un po' su, e vi assicuro che lo facciamo già abbastanza anche su di noi, perché senza l'ironia non è possibile essere genitori, perlomeno genitori sereni.
Vi dico solo che sto scrivendo questo post mentre il Babbo è qui che si perde dietro a loro a fare biscotti a forma di animali e crostate di marmellata. E ho detto tutto.
La banale verità è che se non foste importanti non vi prenderemmo così per il chiulo in giro. In qualsiasi salsa che vi si presenti, da qualsiasi angolatura, sotto qualsiasi luce, quella del papà rimane una figura fondamentale. Molto più di quanto la maggior parte di voi pensi (e a volte anche noi).
Anzi, o voi che leggete, dite la vostra.

E voi mamme avete riconosciuto qualcuno dei vostri? O avreste da raccontarne altrettante?
A voi la tastiera :)

mercoledì 17 ottobre 2012

Il Nastro Rosa. Storia di una donna comune.

Mia mamma all'epoca aveva 48 anni. Una famiglia, un lavoro, una casa con cui far quadrare i conti; e una ciste al seno, che aveva saputo essere innocua, ormai da più di 10 anni.
Quel giorno tornò a casa dopo un controllo di routine e vidi subito che non era la stessa.
Non aveva la sua solita fretta di togliersi gli abiti da lavoro e mangiare un boccone prima di rientrare; quando tornava a casa da lavoro andava sempre di fretta, ed era stanca, ma aveva comunque la serenità di chi ha la sua routine, perché in fin dei conti tutto andava come doveva andare.
Ma non quel giorno.
Quel giorno le dissero che sotto quella ciste innocua, alla cui presenza si era ormai abituata, si era formato qualcosa che di innocuo aveva ben poco. Qualcosa a cui non ti puoi abituare.

sabato 13 ottobre 2012

#lamiglioreacrobazia della settimana is........

#lamiglioreacrobazia della settimana è una divertente iniziativa 2.0 ideata da MammeAcrobate dove le mamme raccontano (nello spazio di un tweet o su fb) le mirabolanti 'acrobazie' quotidiane di cui sono protagoniste (e coreografe) per riuscire a rimanere in equilibrio sul complesso filo della maternità (dall'organizzazione familiare-lavoro-casa e chi più ne ha più ne metta, lo sappiamo tutte, no? :))
In una parola, come trasformare la fatica delle sfighe giornaliere che spesso ci fanno sentire un po' disadatte in capriole e giravolte degne delle migliori funambole. 
Perciò mamme, quando sentite girare la testa (e non solo) non è perché vi sta sfuggendo la situazione di mano ma semplicemente perché #siamoacrobate!

E  #lamiglioreacrobazia della settimana is.........
   
....... la mia! :)
[e pensare che quando è successa mi sarei messa a piangere per lo sbattimento -.-] 

.

Grazie mille allo staff di MammeAcrobate, è stata una piacevole sorpresa!


mercoledì 10 ottobre 2012

Io, loro e il cibo. Storia di un incontro (insperato).

Torno adesso dalla visita di crescita del Piccolissimo, apro il pc e leggo che il tema del mese di Genitoricrescono tratta quello che per molto tempo è stato il mio 'tallone d'Achille': il cibo.
Parto dicendo che Peppo è 9,5 kg  per poco meno di 21 mesi. Abbiamo preso 600 gr. dopo l'ultimo inspiegabile blocco del peso e siamo risaliti sopra la temuta linea rossa del 3° centile, che per noi è grasso che cola (nel vero senso della parola).
Direte "va beh, dei due fratelli c'è sempre quello che mangia meno/cresce meno" e io vi rispondo "ahahahahahahahahahaha, ahahaha. Ah".
Quando dico che sono 'quasigemelli' non è per modo di dire.
Il Piccolo, che ha 33 mesi, tocca a malapena gli 11 kg stecchiti. Ah, ed entrambi sono intolleranti al lattosio, una chicca immancabile.
In questi primi (quasi) tre anni da mamma non solo mi sono dovuta sorbire tutte le mie insicurezze (cosa hanno, cosa non hanno, mangiano poco, mangiano male, cosa gli faccio, etc....dove la più bella è "gli darò abbastanza da mangiare?") ma anche la pressione degli altri, di TUTTI gli altri (o quasi), bravissimi a mettere in dubbio il tuo istinto materno che piano piano soffoca sotto consigli improbabili, che sai che con i tuoi figli non c'entrano niente.
Per me, che per la maggior parte dei pasti sono da sola con loro, il momento del pranzo (e della cena) era diventato un incubo, e non esagero. Le mamme di figli inappetenti sanno benissimo di cosa parlo.

giovedì 27 settembre 2012

Perché puoi dire di essere 'Mamma'?

L'altro giorno parlavo del più e del meno con R., la figlia della mia vicina, sulla quarantina, che fa la baby sitter da una vita. Le raccontavo di Lore, del primo giorno di asilo, del primo nostro distacco e conseguenti reazioni. Le ho raccontato del mio self-control di fronte al suo ingresso alla materna e che, nonostante il pianto, (so che può sembrare crudele) sono riuscita a lasciarlo con la dovuta tranquillità senza pormi troppi problemi.
Quest'ultima cosa la racconto 'un po' così', quasi fossi impaurita del giudizio che R., da mamma, poteva avere di fronte alla mia completa serenità sull'argomento 'inserimento', quasi non fosse normale per una mamma covare tutta questa tranquillità di fronte alla circostanza.
Lei lo percepisce subito e, dopo avermi raccontato un po' la sua esperienza, dice:
" Io lavoro da più di 10 anni con 2 famiglie e ti posso dire che una è una mamma e l'altra no. L'altra pensa di essere una mamma, e pensa anche di essere brava, ma non è così".
Rimango basita.
" R, che vuol dire che 'non è una mamma'? Del genere 'io li faccio ma che al resto pensino gli altri?'
" No no, anzi, è lei che per la maggior parte del tempo sta in casa con loro ma ci sta solo come presenza fisica e non come presenza affettiva"

sabato 22 settembre 2012

Pensierando n. 3: Autunno 1989

Domani 23/09, come mi ha ricordato 100%Mamma, avviene ufficialmente l'equinozio stagionale, inizia l'autunno.
Mi è ritornata in mente una poesiola che scrissi all'età di 9 anni, proprio in occasione dell'arrivo dell'autunno, che faceva più o meno così:

mercoledì 19 settembre 2012

Golidea! Composizioni colla-free (per i più piccoli e non)

Parlando con alcune amiche mamme puntualmente spunta il problema del 'che caspita mi invento per intrattenerlo?' Bella domanda. Soprattutto ad una come me che per pigrizia non attaccherebbe nemmeno un bottone.
Invidio quelle mamme super creative, che ogni 2 x 3 partoriscono un'idea con cui poter far giocare il figlio e che ci si perdono dietro tra colori, cartoncini, forbici e chi più ne ha più ne metta. Io no, devo ammettere che in questo sono una mamma assai carente, ahimè.
Ma questo Settembre variabile mi ha messo con le spalle al muro. I Quasigemelli passano molto del loro tempo en plein air in giardino, ma se fuori diluvia c'è poco da fare. Ci chiudiamo in casa e l'orologio inizia a rallentare. E sono tipo le 11 di mattina, niente nido perchè il piccolissimo sta con me e il piccolo ha già fatto le sue 2 ore alla materna. Quindi? Cosa inventarsi con quello che si ha in casa?

martedì 11 settembre 2012

Impressioni di (un undici) Settembre

Avevo dimenticato quanto fosse piacevole svegliarsi alle 7 la mattina così, spontaneamente e non perché qualche pianto o richiesta di biberon ti butta giù dal letto ad un’ora indecente.
Avevo dimenticato quanto fosse piacevole svegliarsi alle 7 la mattina dopo aver dormito i-n-i-n-t-e-r-r-o-t-t-a-m-e-n-t-e  8 ore. Diciamo che non l’avevo dimenticato, forse non l’ho mai saputo davvero, e chi se lo poneva il problema prima che arrivassero loro?
Sono sempre stata una di quelli che ‘alzarsi la mattina prima delle 10 è un sacrilegio’; oppure una di quelli ‘alla Vasco’ che se mi alzavo la mattina presto mi svegliavo con il mal di testa, instancabile affecionados delle ore piccole, e stavo in standby fino all’ora di pranzo.
Adesso invece sono qui, sola, gli altri 3/4 della famiglia dormono, la casa è tutta un silenzio…….. sembra di sentirne il respiro, il ticchettio dell’orologio al muro sembra il suo battito, leggero e incessante…….
E’ bello alzarsi alle 7 di mattina, nella più totale calma, vedere che ancora non è buio pesto perché anche se l’estate è agli sgoccioli non è del tutto finita e regala quest’aurora settembrina. 
Il sole sale, i raggi filtrano dalle colline dietro casa e dalla foresta, la valle inizia ad illuminarsi.
E anche l’ 11 Settembre è nato, meravigliosamente direi.
Rimango a pensare un attimo.

Non mi ero accorta che fosse l’11 Settembre. L’undicesimo anniversario di ‘quel’ 11 Settembre. Me ne sono resa conto solo dopo aver riletto queste poche righe,  e poi la data: undicisettembre.
Ormai non la si leggerà più come un giorno qualsiasi, anche inconsciamente. Undicisettembre non sarà mai più solo una data, come viadamelio non sarà più solo una via e Capaci una località.

Il sole ormai è alto, dopo questo pensiero mi sembra un miracolo che sia sorto, mi sembra un miracolo poterne godere fino in fondo perché oggi non tutti potranno farlo. 

lunedì 10 settembre 2012

Jagged little pill: la volpe e l'uva


Fine pranzo:
' Lore lo vuoi il dolce? '
' Sì, mamma, sì, io docce! '
' Ti piace più il budino o la crema? '
' La ena '
' Lore si dice C R E M A, cr - cr - cr - cr - crema, capito? '
Momento di perplessità.
Poi: 
' chhh .... chhhe .... chhhhhe ...chhhr ... chhrrr - UDINO, hapito? '

venerdì 7 settembre 2012

Ma come? E' il primo giorno d'asilo?

Ed ecco che anche per noi è arrivato Settembre. Non è il primo Settembre per me e i Quasigemelli ma è il primo a far rima con 'scuola', almeno per Zezzo.
Martedì scorso è stato il primo giorno di materna. Ho guardato a questo giorno come alla Terra Promessa, soprattutto dopo l'arrivo del secondo. Non fraintendetemi, come ho detto più volte anche in questo blog, sono grata di aver potuto crescere i miei figli stando a casa con loro per questi primi anni, ma il sacrificio di farlo c'è stato (come poter dire il contrario) e nei momenti clou dell' essere mamma la parola 'scuola materna' nel mio immaginario aveva il sapore di una pillola di valium.
Ma adesso, adesso.......
Pensare che non mi emozionava nemmeno l'idea, sì forse un po', non per cinismo, ma perché totalmente ignara del passo che stavamo per compiere.
E così, arriva il giorno tanto atteso. Grembiulino, zainetto della Pimpa e accompagnati da un nastro che a ripetizione diceva 'mamma io ccccola, io asilo' saltiamo tutti e 4 in macchina verso questo nuovo capitolo famigliare.
I pensieri tra me e me erano più o meno questi:
"..............................................................". 
Il vuoto. 
L'ingresso all'asilo fino a quel momento per me aveva voluto solo dire: cerca/compra lo zaino, cerca/compra il grembiule, pennarelli, astuccio, bicchiere, asciugamano etcc...... ma soprattutto scrivi/cuci/marchia a fuoco nome e cognome su tutto, anche la suola delle scarpe perché non si sa mai. Per cui, una volta appurato che fosse tutto a posto, io ero più che tranquilla.
Arriviamo, parcheggiamo e di corsa all'ingresso (avevamo 5 minuti di ritardo,un classico).
Penso:
"Caspita, adesso vedo che varca la soglia della scuola e mi commuovo". E invece niente.Nein. Zero. Nada.
Non mi stupisco perché non sono il genere di mamma, ma per un attimo ci sono rimasta male. Cavolo, il suo primo giorno di asilo, fino a ieri era un sorriso senza denti che andava a latte e ora, va a scuola e io non faccio una piega?
Mentre chiedo a me stessa dov'è finito il mio cuore di mamma, seguo a testa bassa Zezzo che era per mano al Babu; attraversiamo l'interno dell'asilo e andiamo all'esterno dove erano tutti. Appena varco la soglia del cortile vedo una decina di bambini che giocano e i rispettivi genitori che li guardavano stando in parte. 
Ad un certo punto Zezzo si stacca da noi e corre in mezzo al cortile con gli altri bambini. 
E lì, improvvisamente, inaspettatamente, ho ceduto. Nodo in gola e occhi lucidi.  
Adesso che l'ho visto letteralmente 'partire' le cose sono cambiate, l'effetto valium che 1 anno fa associavo idealmente alla scuola materna ha lasciato il posto all'idea di un semplice integratore, quelli che sì, fanno bene ma in fin dei conti stavi bene anche prima di prenderli.
Non mi metterò mai a dire 'non vorrei lasciarlo andare via da me' e cose simili perché sono fortemente convinta che l'asilo è un'esperienza che va fatta, e se possibile a tempo pieno, perchè fa bene, ai bimbi in primis (e non sto qui a elencarne i benefici perché non sono una pedagogista e bene o male li sappiamo tutti) e anche a noi, e lo dico con candore e senza tante ipocrisie. Non penserò che mi mancherà, quanto mi mancherà o perché prima era sempre con me e adesso no etc..... non è questo che mi turba.

Allora cos'è che ha fatto scattare il mio meccanismo di cuore di mamma entrando con Zezzo in quel cortile? Lì, su quella soglia, ho capito che lui non mi appartiene, c'è poco da fare. Non è 'cosa' mia. Ciò che è tuo non avrà mai un percorso proprio, non si staccherà mai da te a meno che tu non voglia. Qualcosa di posseduto, per quanto piccolo sia, non ha la volontà, la curiosità, l'arditezza di gettarsi con fiducia e stupore in ciò che è nuovo e fatto per lui, e che lui riconosce. 
Questo è stato il contraccolpo che mi ha scossa. Dopo che ti accorgi di questo cambierebbe poco averlo con te tutti i giorni o meno perché non è quello il punto. Tutto il resto, banalmente parlando, è una conseguenza, dal sentirne la mancanza ad avere più tempo libero.
C'è stato un attimo in cui mi sono messa in dubbio sull' 'essereunabuonamadre' perché guardavo all'asilo come alla Terra Promessa. Che stupida, come se lasciarlo andare dopo essersi resi conto che nemmeno tuo figlio 'è tuo' fosse una cosa da niente.


lunedì 27 agosto 2012

Jagged little pill: I love rock'n roll


Ci alziamo alle 8 (cioè, loro si alzano, io ciondolo).
Richiesta n. 1
"Mamma latte, latte!", e latte sia.
Richiesta n. 2
Indicano il pc, ed io:
"Volete i Teletubbies?" - "No!"
"Volete i Barbapapà?" - "No!"
"Cosa volete?" - "Mamma tande, tandeeeeeee*!"

Manco a diciott'anni le mie giornate iniziavano a ritmo degli AC/DC.

* per la traduzione di 'tande' cliccare sul link AC/DC - Thunderstruck

venerdì 17 agosto 2012

Jagged little pill: il palloncino


Fiera di paese, c'è il venditore di palloncini.
" Mamma mamma, Barbapapà! "
" Tesoro, vuoi il palloncino di Barbapapà? "
" Sì sì mamma, Barbapapà! "
" Ok "
Prendiamo il palloncino, 5 euri. Presumo sia gonfiato con l'alito di Dio.
Tornando a casa ho avuto più cura di portare dentro il palloncino che i figli.
Ai miei tempi, quando vedevo volare un palloncino in aria, mi dicevano " eeeeeehhhhhhh, di sicuro c'è un bimbo che piange...".
Ai giorni nostri, quando succede, in lontananza sentiamo il moccolo di un genitore.

sabato 2 giugno 2012

Jagged little pill: prime parole


Apparecchio per il pranzo, metto il pane in tavola.
Zezzo lo vede:
' Mamma tane, tane! '
' No Lore, si dice p a n e  con la P, pane! '
' Tane! Tane!'
' No Lore! Si dice con la P! P - P - P - P - pane!
.... e con la voce alta di chi è certo:
' PU - TANE! '

Esattamente.

domenica 18 marzo 2012

Pensierando n.2 (M come sfiga)


L'altro giorno ho ricevuto una chiamata inaspettata.
Rispondo e dall'altra parte sento una voce delicata, è C. che mi chiama per questioni tecniche. C. è un'altra mamma amica di pancia.  
Dopo aver chiarito le questioni tecniche divaghiamo un po': i figli, il lavoro, il tempo per noi, etc...... entrambe ci accorgiamo di parlarne come se tutto ciò che riguarda la vita da mamma inducesse, contro la nostra volontà, a perdere una sfilza indecifrata di opportunità (concorsi, master, corsi di abilitazione professionale, e va beh, se piglia male potrei fare un elenco infinito....), come tanti bei treni che sembrano non dover passare più.
Quasi come se, essendo mamme, avessimo imboccato una strada a senso unico e senza sfondo;
quasi come se le cose che non vanno come abbiamo in testa noi allora è destino che non andranno mai più;
quasi come se essere mamma fosse una sfiga.
..........
.......
....

Ok C., smettiamola di dire cagate!

venerdì 16 marzo 2012

Una bella notizia


Oggi ho ricevuto una bellissima notizia.
Una di quelle notizie che ti fanno sognare a occhi aperti e che ti fanno tornare la voglia di ricominciare tutto da capo. E quando dico tutto dico tutto.
La mia amica F è incinta! A minuti aspetta il ritorno dell'ignaro bispapà che troverà un bel test positivo a festeggiare anticipatamente la festa del 19 marzo.
F. è una mia amica di pancia, ci siamo conosciute che eravamo incinta (lei del primo e io del secondo) e aspettavamo l'arrivo dei pargoli per febbraio 2011.
F. mi ha insegnato a fare le torte e la pasta di zucchero insieme ad altre mie speciali amiche di pancia, così ho avuto l'entusiasmo per creare il mio primo piccolo successo da pasticcera con una torta in pdz per il Roger's BDay.
Se non l'avete capito F. è brava a cucinare :)
F. mi fa morire dal ridere e il suo accento siculo è a dir poco evocativo della sua terra splendida, di mare e di sole.
F. è una mamma coi piedi per terra e con una pargola tonda ed è una fan degli anni '80 come me :)
E per uno strano scherzo del destino F. sarà mamma a Dicembre, come lo sono stata (o dovevo esserlo...) anch'io con il primo Quasigemello.
Dimenticavo, F. non l'ho mai vista nè conosciuta di persona eppure ha molta più consistenza di molti che ho tra i piedi tutti i giorni.

Cara amica mia, ora sarai lì, con gli occhi aperti stile 'ilmondononèmaistatocosìbello'che non riesci a dormire per la gioia. O forse è già arrivata la fase della sonnolenza feroce e sarai lì a ronfare soavemente col tuo fagiolo. E poi la pargola, e poi il marito. Tutti insieme, tutti e 4.
Mi rimane da dirti solo in bocca al lupo, dato che la pennuta l'hai presa!

lunedì 12 marzo 2012

Blogstorming: Femmine since 1888


Leggendo il blog Genitoricrescono sono incappata nel tema del mese dal titolo 'La nuova questione femminile'. 
Azz! dico io, per la prima volta che decido di partecipare al blogstorming mi becco un'argomentino che spesso e volentieri è da prendere con le pinze, soprattutto tra noi donne.
A dirla tutta non credo di avere gli 'strumenti' adatti (soprattutto dal punto di vista informativo) per affrontare il tema a 360° a parte il fatto di essere una donna, per cui l'unica cosa che posso fare è partire dalla mia esperienza.
Io provengo da una famiglia che sforna femmine dal 1888, e non è uno scherzo.
Più o meno è andata così: la mia bisnonna materna fa 2 femmine (nonne) che fanno altre due femmine che fanno altre 3 femmine che fanno altre 5 femmine. Dalla parte di mio padre il cognome si è fermato con me e mia sorella. Non vi sto a dire le riunioni di famiglia: praticamente una gabbia di faraone.
Per cui, battute a parte, sono cresciuta in un contesto in cui le donne l'hanno sempre fatta da padrone e tutte, per bisogno e per passione, hanno sempre lavorato oltre che curare la casa e la famiglia. Per fare un esempio degli uomini di casa mia, mio padre cucina (molto per passione), carica lavatrici, stende e stira. Ed ha fatto il camionista per 35 anni.
Tutte queste doppie X con il proprio bagaglio arrivano a me e con me si sono fermate.
Chi segue questo blog sa che una delle ragioni è di questione genetica (nel senso, c'è poco da fare) poiché ho avuto 2 omini con tutti gli attributi, per cui la tradizione since 1888 nel 2010 si è stoppata.
Ma com'è possibile che dopo 122 anni la mia invincibile doppia X di provenienza abbia fatto cilecca? Tutta colpa di Roger, il marito. Secondo di 3 fratelli maschi allevati secondo tradizione e con delle Y di ferro.
Allevare 2 maschietti per chi come me è nata e cresciuta da 'amazzone' è stato ed è ancora una sfida a me stessa. Per non parlare di Roger e della sua idea 'io, uomo di casa, lavoro; tu, donna, a casa con la prole' anche se alla fine è tutta scena. Perché lui ha cura dei nostri Quasigemelli quanto me: li cambia, li lava, li mette a nanna, gli prepara e da la pappa, si alza la notte se c'è qualche risveglio, li porta a spasso appena possibile. Come ho sempre detto, se poteva li avrebbe anche allattati ma ci sono cose che fortunatamente la Natura ha affidato a noi donne senza dare adito a interpretazioni sessiste. A volte ci scanniamo, tant'è che mi sono autoproclamata segretaria generale del partito 'Voi Uomini': dito puntato contro la mentalità maschile e conseguenti agevolazioni, luoghi comuni, autoritarismo etc.....certo è che nella mia stessa casa sono in minoranza; prima che morisse, pure il gatto era maschio.
Insomma, alla fine, rispetto alle origini, la mia situazione si è completamente ribaltata: Roger lavora e, bene o male, anch'io, come mamma full-time ormai dalla nascita del primo Quasigemello, niente nido, niente babysitter, niente nonni. Lui manda avanti la famiglia con lo stipendio e io lo faccio cucinando, lavando, stirando (poco), insomma non sto a fare l'elenco, faccio quel che c'è da fare. A volte è mortificante, non sempre è facile esprimere il proprio Io lavando i piatti o cambiando pannoli puzzolenti e la fatica di essere mamma 24 h su 24 a volte è schiacciante; spesso sogno di tornare al mio lavoro come se tornassi ai Caraibi. L'impasse dei ruoli è in agguato. Come non rimanerci incastrati?Quello che salva sia me che Roger (che per cultura ed educazione ricevuta siamo Venere e Marte) dal finire nel dualismo femmine vs maschi è il continuo dialogo e confronto guardandoci secondo le esigenze di cui siamo fatti e non secondo 'tu uomo' o 'tu donna' o ideologie simili. Non è una questione di ruoli  perché se si mette su questo piano (come del resto così va nel mondo) non se ne cava le gambe, diventa una gara di orgoglio allo sfinimento fino a farsi male. E dire che non è una questione di ruoli  non significa che tutti fanno tutto, senza regole e senza limiti, perché l'anarchia non fa crescere nessuno, né uomini né donne.
Pensando all'educazione dei miei 2 figli maschi credo che di fronte a loro la mia preoccupazione è e sarà quella che imparino a guardare l'altro/l'altra così,come persona nel suo valore e non secondo ruoli, categorie, ideologie o inculcamenti vari. Poi già mi vedo, quando saranno sposati che rimbeccherò la moglie perché non gli stira le camicie o non lo fa mangiare abbastanza ma questa è un'altra faccenda......
Comunque, a parte la mia vena femminista, io mi sento davvero fortunata. Certo con tutti i sacrifici del caso e con 1 solo stipendio, ma è innegabile che non tutti hanno la possibilità (o la libertà di scegliere) di crescere i propri figli, e posso esserne solo grata.

Questo post partecipa al blogstorming

lunedì 20 febbraio 2012

Jealous guy



Sulla delicata questione della gelosia fraterna mi sento molto fortunata, almeno per ora. Il solo anno di differenza di età non ha mai creato grossi problemi, anzi, essendo così vicini vedo che spesso e volentieri si trovano molto in accordo, si cercano e cominciano a diventare dipendenti l'uno dell'altro.
Sì va beh, ogni tanto Il Lorenzino spinge e Peppo morde e segue una gara a chi fa il pianto più disperato (a volte mi ricordano le scene di Senti chi parla 2) ma insomma normale amministrazione.... anche perchè so che tra fratelli maschi, sotto questo punto di vista, il meglio deve ancora arrivare...
Certo è che un minimo di supremazia sull'amore materno, anche solo per istinto, i fratelli ce l'hanno.
Quando la sera porto a nanna Il Lorenzino, finita la canzoncina lo metto nel lettino e facciamo il 'gioco delle domande' tipo " ma te sei il mio...? " e le risposte sono 'amore, omino,tesoro,' etc.... e questo soprattutto per fargli capire che, fratellino o no, Il Lorenzino ha sempre un posto particolare e privilegiato.
Il Lorenzino ancora non parla fluentemente, diciamo che cerca di farsi capire con le poche parole imparate. Poche ma chiare e senza dubbio mirate.
L'altro giorno ero da sola con loro a pranzo; tra un boccone a uno e un boccone all'altro (e uno a me) scherzavamo e giocavamo  e ad un certo punto mi rivolgo al Lorenzino per fare il 'gioco delle domande' e gli dico:" Te sei il mio.....?" silenzio. "Lore, tu sei il mio......?
e lui : "Peppo!"
Nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Look Who's Talking Too - 'Jealous Guy' [tratto da Senti chi parla 2, 1990]

venerdì 3 febbraio 2012

Shhh!...è' l'ora della fiaba: "L'uomo di neve" di H. C. Andersen


La messa a letto è stata apocalittica fino a poco tempo fa ma con un po' di impegno da parte di tutti siamo riusciti a creare un mini rituale pre-Morfeo e trasformare così l'ora-di-fare-la-nanna in un momento piacevole e sereno. Prima di entrare nel lettino insieme a tutti i compagni di sonno il rituale vuole che si canti una ninna-nanna. Il Lorenzino e Peppo (al secolo Leone) ormai hanno rispettivamente 2 anni e 1 anno suonati e presto mi piacerebbe iniziare a raccontargli delle fiabe, delle novelle, come da 'buona tradizione', come facevano con me da piccola. Io purtroppo sono figlia della televisione e le fiabe a letto hanno durato ben poco. Ora da mamma vorrei togliere da me e non dare a loro il cordone ombelicale che c'è tra noi e questa indispensabile scatola  incantatrice (anche se adesso più che una scatola è una soletta) che è la tv. Anche perchè la tv, devo ammetterlo, non è per niente goli-goli.....
Sicuramente inizierò con qualcosa di breve e facilmente comprensibile ma stasera, per battezzare questo nuovo argomento del blog, ho pensato ad una delle mie preferite: L'uomo di neve di H. C. Andersen.
E' davvero struggente e disarmante la semplicità con cui viene riconosciuta da Andersen la nostalgia e il tendere a ciò cui il cuore appartiene.
Non fraintendetemi, non è mia intenzione fare qui una recensione o chissà che, il mio è solo un invito a leggerla, e non solo ai nostri bimbi.
Ecco il link,  buona lettura!


lunedì 30 gennaio 2012

Pensierando n. 1


Ci ho pensato bene e non mi manca niente, lo so. Eppure non mi accontento, non mi basta mai niente di quello che ho. E non parlo di scarpe, vestiti o ninnoli vari, no no. Riconosco che con me la vita è stata più che generosa, ma non mi basta. E questo mio non accontentarmi di fronte a tanta generosità mi fa sentire in colpa. Ma è sbagliato desiderare sempre di più? Io non lo so ma credo che lo sbaglio più grande, la vera colpa per noi comuni mortali, non sia il non accontentarsi ma l'ingratitudine. Quando non riuscirò più a dire 'grazie' allora comincerò a preoccuparmi. Mi raccomando, alle prime avvisaglie fatemi un fischio.

sabato 28 gennaio 2012

Leoni si nasce (parte II)





Dove eravamo rimasti????? Ah sì, il secondo maschietto. Io già sapevo che il Fato avrebbe giocato a favore di mio marito, ossia altra Y, e un po' per questo, un po' per il brivido di arrivare alla nascita con la sorpresa, decisi di non sapere il sesso. E ho resistito alla curiosità fino in fondo, non pensavo. A parte il fatto che all'eco del quarto mese quella parte masochista di me fece chiedere al dottore di scrivere il sesso dell'ancora fagiolo in un foglietto, di piegarlo accuratamente e consegnarcelo a me e al Babu. Roba da non crederci. Comunque, quel foglietto rivelatore fu messo nella teiera della vetrinetta e lì è rimasto, inviolato, fino alla fine. Retroscena a parte, torniamo a Leone e al suo ingresso da protagonista. 
Mancava poco meno di 1 mese all'ora x. Già da qualche notte il 'misterioso inquilino' era agitato/a e iniziava a darmi qualche dolore. Roba che con la prima gravidanza mi sarei fiondata con un qualsiasi mezzo di trasporto all'ospedale, anche in groppa al marito. A sto giro mi sono girata dall'altra parte, riacceso l'agnellino (scaldasonno) e ripreso sonno. La mattina in tutta tranquillità scendo in valle per portare il Lorenzino a fare il suo vaccino poiché quello era l'obbiettivo della giornata. 
ore 11,30) Arrivo alla USL: fila interminabile tipo ufficio reclami e rimborsi. Mi metto a sedere ad aspettare tanto per quel che dovevo fare.  Intanto il Lorenzino corre in qua e la, mi alzo a riprenderlo e rullo di tamburi.................... mi si rompono le acque. Alla USL. Nell'ora di punta. Con un bambino di un anno bipede da poco e un vaccino da fare. Naturalmente tocca a noi. L'unica cosa che riesco a fare è rivolgermi ad una signora accanto a me e dirle 'scusi potrebbe tenermi il bambino che devo correre ( a sotterrami) in bagno? Sa, mi si sono rotte le acque.....' mi giro e fuggo verso la toilette con una semi-corsa tipo pinguino castrato e intanto sento le sue due bambine dire 'guarda mamma è vero!!!'. Di sicuro nel voltarmi i miei pantaloni avevano 'spifferato' il tutto a tutti. 
ore 12) Niente vaccino, recupero il figlio, macchina, ritorno a casa, intanto chiamo il marito, arrivo a casa, cambio, valigia, macchina, ospedale. Tra noi e la meta 30 km. Io zero dolori, mah......tant'è che mi viene il dubbio (non sto in questa sede ad elencare le alternative alla rottura delle acque....) e dico al marito 'stai tranquillo, andiamo giù per precauzione', sua risposta ' precauzione?????!!!! ma io ho già chiamato genitori, amici, parenti, la guardia nazionale, il Papa e tu mi dici che non sei sicuraaaaaa??????!!!!!!!!!! . Ok, vorrà dire che cercherò di partorire lo stesso....
ore 13,30) Siamo in ospedale, mi attaccano a quell'odiatissimo aggeggio ansiogeno chiamato anche  cardiotocografo O.O Nulla si muove. 
ore 15) L'inquilino sembra averci preso tutti per le natiche. Perfino ostetriche e infermiere mi dicono 'signora la rimandiamo a casa; comunque essendo al secondo dovrebbe aver capito se è il momento o no' (....)  
ore 19,30) Con grande sorpresa di tutti (alla faccia del 'signora ma al secondo dovrebbe capire....tiè!) nasce Leone con il suo primo ruggito! Impeccabile, il mangione, si presenta al mondo all'ora di cena, si attacca alla sua mamma-ristorante e banchetta per 1 ora. 
Ricordo che prima di uscire dalla sala parto (con un sorriso smagliante, sulle mie gambe e con una fame da lupo), entusiasta e stupita della velocità con cui è possibile mettere al mondo un figlio dico 'che bello! Se partorire è davvero così voglio fare presto anche il terzo e il quarto!'. Beh, diciamo che avevo ancora l'adrenalina della partoriente addosso ma ormai 'la terza', la mia tanto desiderata doppia X, è una questione d'orgoglio. Di sicuro, per ora, l'orgoglio può aspettare....