giovedì 27 settembre 2012

Perché puoi dire di essere 'Mamma'?

L'altro giorno parlavo del più e del meno con R., la figlia della mia vicina, sulla quarantina, che fa la baby sitter da una vita. Le raccontavo di Lore, del primo giorno di asilo, del primo nostro distacco e conseguenti reazioni. Le ho raccontato del mio self-control di fronte al suo ingresso alla materna e che, nonostante il pianto, (so che può sembrare crudele) sono riuscita a lasciarlo con la dovuta tranquillità senza pormi troppi problemi.
Quest'ultima cosa la racconto 'un po' così', quasi fossi impaurita del giudizio che R., da mamma, poteva avere di fronte alla mia completa serenità sull'argomento 'inserimento', quasi non fosse normale per una mamma covare tutta questa tranquillità di fronte alla circostanza.
Lei lo percepisce subito e, dopo avermi raccontato un po' la sua esperienza, dice:
" Io lavoro da più di 10 anni con 2 famiglie e ti posso dire che una è una mamma e l'altra no. L'altra pensa di essere una mamma, e pensa anche di essere brava, ma non è così".
Rimango basita.
" R, che vuol dire che 'non è una mamma'? Del genere 'io li faccio ma che al resto pensino gli altri?'
" No no, anzi, è lei che per la maggior parte del tempo sta in casa con loro ma ci sta solo come presenza fisica e non come presenza affettiva"

sabato 22 settembre 2012

Pensierando n. 3: Autunno 1989

Domani 23/09, come mi ha ricordato 100%Mamma, avviene ufficialmente l'equinozio stagionale, inizia l'autunno.
Mi è ritornata in mente una poesiola che scrissi all'età di 9 anni, proprio in occasione dell'arrivo dell'autunno, che faceva più o meno così:

mercoledì 19 settembre 2012

Golidea! Composizioni colla-free (per i più piccoli e non)

Parlando con alcune amiche mamme puntualmente spunta il problema del 'che caspita mi invento per intrattenerlo?' Bella domanda. Soprattutto ad una come me che per pigrizia non attaccherebbe nemmeno un bottone.
Invidio quelle mamme super creative, che ogni 2 x 3 partoriscono un'idea con cui poter far giocare il figlio e che ci si perdono dietro tra colori, cartoncini, forbici e chi più ne ha più ne metta. Io no, devo ammettere che in questo sono una mamma assai carente, ahimè.
Ma questo Settembre variabile mi ha messo con le spalle al muro. I Quasigemelli passano molto del loro tempo en plein air in giardino, ma se fuori diluvia c'è poco da fare. Ci chiudiamo in casa e l'orologio inizia a rallentare. E sono tipo le 11 di mattina, niente nido perchè il piccolissimo sta con me e il piccolo ha già fatto le sue 2 ore alla materna. Quindi? Cosa inventarsi con quello che si ha in casa?

martedì 11 settembre 2012

Impressioni di (un undici) Settembre

Avevo dimenticato quanto fosse piacevole svegliarsi alle 7 la mattina così, spontaneamente e non perché qualche pianto o richiesta di biberon ti butta giù dal letto ad un’ora indecente.
Avevo dimenticato quanto fosse piacevole svegliarsi alle 7 la mattina dopo aver dormito i-n-i-n-t-e-r-r-o-t-t-a-m-e-n-t-e  8 ore. Diciamo che non l’avevo dimenticato, forse non l’ho mai saputo davvero, e chi se lo poneva il problema prima che arrivassero loro?
Sono sempre stata una di quelli che ‘alzarsi la mattina prima delle 10 è un sacrilegio’; oppure una di quelli ‘alla Vasco’ che se mi alzavo la mattina presto mi svegliavo con il mal di testa, instancabile affecionados delle ore piccole, e stavo in standby fino all’ora di pranzo.
Adesso invece sono qui, sola, gli altri 3/4 della famiglia dormono, la casa è tutta un silenzio…….. sembra di sentirne il respiro, il ticchettio dell’orologio al muro sembra il suo battito, leggero e incessante…….
E’ bello alzarsi alle 7 di mattina, nella più totale calma, vedere che ancora non è buio pesto perché anche se l’estate è agli sgoccioli non è del tutto finita e regala quest’aurora settembrina. 
Il sole sale, i raggi filtrano dalle colline dietro casa e dalla foresta, la valle inizia ad illuminarsi.
E anche l’ 11 Settembre è nato, meravigliosamente direi.
Rimango a pensare un attimo.

Non mi ero accorta che fosse l’11 Settembre. L’undicesimo anniversario di ‘quel’ 11 Settembre. Me ne sono resa conto solo dopo aver riletto queste poche righe,  e poi la data: undicisettembre.
Ormai non la si leggerà più come un giorno qualsiasi, anche inconsciamente. Undicisettembre non sarà mai più solo una data, come viadamelio non sarà più solo una via e Capaci una località.

Il sole ormai è alto, dopo questo pensiero mi sembra un miracolo che sia sorto, mi sembra un miracolo poterne godere fino in fondo perché oggi non tutti potranno farlo. 

lunedì 10 settembre 2012

Jagged little pill: la volpe e l'uva


Fine pranzo:
' Lore lo vuoi il dolce? '
' Sì, mamma, sì, io docce! '
' Ti piace più il budino o la crema? '
' La ena '
' Lore si dice C R E M A, cr - cr - cr - cr - crema, capito? '
Momento di perplessità.
Poi: 
' chhh .... chhhe .... chhhhhe ...chhhr ... chhrrr - UDINO, hapito? '

venerdì 7 settembre 2012

Ma come? E' il primo giorno d'asilo?

Ed ecco che anche per noi è arrivato Settembre. Non è il primo Settembre per me e i Quasigemelli ma è il primo a far rima con 'scuola', almeno per Zezzo.
Martedì scorso è stato il primo giorno di materna. Ho guardato a questo giorno come alla Terra Promessa, soprattutto dopo l'arrivo del secondo. Non fraintendetemi, come ho detto più volte anche in questo blog, sono grata di aver potuto crescere i miei figli stando a casa con loro per questi primi anni, ma il sacrificio di farlo c'è stato (come poter dire il contrario) e nei momenti clou dell' essere mamma la parola 'scuola materna' nel mio immaginario aveva il sapore di una pillola di valium.
Ma adesso, adesso.......
Pensare che non mi emozionava nemmeno l'idea, sì forse un po', non per cinismo, ma perché totalmente ignara del passo che stavamo per compiere.
E così, arriva il giorno tanto atteso. Grembiulino, zainetto della Pimpa e accompagnati da un nastro che a ripetizione diceva 'mamma io ccccola, io asilo' saltiamo tutti e 4 in macchina verso questo nuovo capitolo famigliare.
I pensieri tra me e me erano più o meno questi:
"..............................................................". 
Il vuoto. 
L'ingresso all'asilo fino a quel momento per me aveva voluto solo dire: cerca/compra lo zaino, cerca/compra il grembiule, pennarelli, astuccio, bicchiere, asciugamano etcc...... ma soprattutto scrivi/cuci/marchia a fuoco nome e cognome su tutto, anche la suola delle scarpe perché non si sa mai. Per cui, una volta appurato che fosse tutto a posto, io ero più che tranquilla.
Arriviamo, parcheggiamo e di corsa all'ingresso (avevamo 5 minuti di ritardo,un classico).
Penso:
"Caspita, adesso vedo che varca la soglia della scuola e mi commuovo". E invece niente.Nein. Zero. Nada.
Non mi stupisco perché non sono il genere di mamma, ma per un attimo ci sono rimasta male. Cavolo, il suo primo giorno di asilo, fino a ieri era un sorriso senza denti che andava a latte e ora, va a scuola e io non faccio una piega?
Mentre chiedo a me stessa dov'è finito il mio cuore di mamma, seguo a testa bassa Zezzo che era per mano al Babu; attraversiamo l'interno dell'asilo e andiamo all'esterno dove erano tutti. Appena varco la soglia del cortile vedo una decina di bambini che giocano e i rispettivi genitori che li guardavano stando in parte. 
Ad un certo punto Zezzo si stacca da noi e corre in mezzo al cortile con gli altri bambini. 
E lì, improvvisamente, inaspettatamente, ho ceduto. Nodo in gola e occhi lucidi.  
Adesso che l'ho visto letteralmente 'partire' le cose sono cambiate, l'effetto valium che 1 anno fa associavo idealmente alla scuola materna ha lasciato il posto all'idea di un semplice integratore, quelli che sì, fanno bene ma in fin dei conti stavi bene anche prima di prenderli.
Non mi metterò mai a dire 'non vorrei lasciarlo andare via da me' e cose simili perché sono fortemente convinta che l'asilo è un'esperienza che va fatta, e se possibile a tempo pieno, perchè fa bene, ai bimbi in primis (e non sto qui a elencarne i benefici perché non sono una pedagogista e bene o male li sappiamo tutti) e anche a noi, e lo dico con candore e senza tante ipocrisie. Non penserò che mi mancherà, quanto mi mancherà o perché prima era sempre con me e adesso no etc..... non è questo che mi turba.

Allora cos'è che ha fatto scattare il mio meccanismo di cuore di mamma entrando con Zezzo in quel cortile? Lì, su quella soglia, ho capito che lui non mi appartiene, c'è poco da fare. Non è 'cosa' mia. Ciò che è tuo non avrà mai un percorso proprio, non si staccherà mai da te a meno che tu non voglia. Qualcosa di posseduto, per quanto piccolo sia, non ha la volontà, la curiosità, l'arditezza di gettarsi con fiducia e stupore in ciò che è nuovo e fatto per lui, e che lui riconosce. 
Questo è stato il contraccolpo che mi ha scossa. Dopo che ti accorgi di questo cambierebbe poco averlo con te tutti i giorni o meno perché non è quello il punto. Tutto il resto, banalmente parlando, è una conseguenza, dal sentirne la mancanza ad avere più tempo libero.
C'è stato un attimo in cui mi sono messa in dubbio sull' 'essereunabuonamadre' perché guardavo all'asilo come alla Terra Promessa. Che stupida, come se lasciarlo andare dopo essersi resi conto che nemmeno tuo figlio 'è tuo' fosse una cosa da niente.