mercoledì 10 ottobre 2012

Io, loro e il cibo. Storia di un incontro (insperato).

Torno adesso dalla visita di crescita del Piccolissimo, apro il pc e leggo che il tema del mese di Genitoricrescono tratta quello che per molto tempo è stato il mio 'tallone d'Achille': il cibo.
Parto dicendo che Peppo è 9,5 kg  per poco meno di 21 mesi. Abbiamo preso 600 gr. dopo l'ultimo inspiegabile blocco del peso e siamo risaliti sopra la temuta linea rossa del 3° centile, che per noi è grasso che cola (nel vero senso della parola).
Direte "va beh, dei due fratelli c'è sempre quello che mangia meno/cresce meno" e io vi rispondo "ahahahahahahahahahaha, ahahaha. Ah".
Quando dico che sono 'quasigemelli' non è per modo di dire.
Il Piccolo, che ha 33 mesi, tocca a malapena gli 11 kg stecchiti. Ah, ed entrambi sono intolleranti al lattosio, una chicca immancabile.
In questi primi (quasi) tre anni da mamma non solo mi sono dovuta sorbire tutte le mie insicurezze (cosa hanno, cosa non hanno, mangiano poco, mangiano male, cosa gli faccio, etc....dove la più bella è "gli darò abbastanza da mangiare?") ma anche la pressione degli altri, di TUTTI gli altri (o quasi), bravissimi a mettere in dubbio il tuo istinto materno che piano piano soffoca sotto consigli improbabili, che sai che con i tuoi figli non c'entrano niente.
Per me, che per la maggior parte dei pasti sono da sola con loro, il momento del pranzo (e della cena) era diventato un incubo, e non esagero. Le mamme di figli inappetenti sanno benissimo di cosa parlo.



C'è stato un periodo in cui il Piccolo metteva i canini e non mangiava un piffero, mentre cercavo di svezzare il Piccolissimo, un tettomane doc. Era talmente tanta l'ansia di fronte al loro essere scriccioli che l'imperativo era diventato "devono mangiare a tutti i costi" mentre io, dal nervoso, non mangiavo niente.              
Evidentemente c'era qualcosa di sbagliato, ma cosa? La mia preoccupazione? La loro disappetenza? Poi ho capito.
Un giorno, stremata, ho detto "Non volete mangiare? Macchissenefrega! Non mangiate, non morirete di fame!", reazione di pancia, certo, ma in fin dei conti è vero; loro, figli del benestare, sono praticamente circondati dal cibo, appena hanno fame basta chiedere; senza contare il basilare istinto di sopravvivenza, un bambino 'sano' non si lascerebbe mai morire di fame. Infatti.....

Un bel giorno, spuntati tutti denti e avviato lo svezzamento, i Quasigemelli hanno ripreso a mangiare, senza minacce o pressioni di alcun tipo, spontaneamente. E' stata una cosa talmente naturale che me ne sono accorta solo dopo un po', mi sono accorta che pensando a pranzo e cena con loro non mi veniva  più l'ansia. 



Adesso mangiano tutto e di tutto, e volentieri. Non sempre, ma non sono macchinette. Continuano a essere funamboli su quella linea rossa del 3° centile, ma non lo vivo più come un problema e loro, di sicuro, meno di me; la loro costituzione è questa, che mangino o no, non ingrassano, e dopotutto cosa pretendo, se penso che mio marito e io facciamo 103 kg in due......

Quindi la morale della favola è 'bisogna fregarsene'? del tipo 'ognun per sè, Dio per tutti'? Non proprio, ma sicuramente il nocciolo della questione era, senza dubbio, il mio approccio.
Personalmente aver detto 'macchisenefrega' è stato l'inizio di quel distacco che per me era necessario per uscire dal tunnel del 'dovete mangiare a tutti costi' e capire che l'approccio del mangiare come dovere era totalmente sballato.
Non credo di dovere insegnare ai miei figli l'istinto a nutrirsi, di mangiare la quantità che secondo me è necessaria per sopravvivere, quello ce l'hanno da sé e si chiama principio di autoregolazione. Questa cosa di loro la impariamo con l'allattamento, ma poi, chissà perché, la dimentichiamo una volta messi di fronte al cibo da grandi. Chiaro che gli do sempre un tot di pasta, carne, verdure etc....a volte ne mangiano più, a volte meno, a volte niente, ma va bene così. Ho scoperto sulla mia pelle che educarli a mangiare (e non sto parlando di educazione alimentare, in questo sono una frana, andrei avanti a chinese take away ) non significa ripetergli allo sfinimento (loro e nostro) 'bisogna mangiare' perché questo, anche se inconsciamente, lo sanno da soli, è il loro corpo che glielo dice; al contrario, ignorano che mangiare non significa solo nutrirsi.
Ed è qui che, a mio avviso, entra in gioco la parola educazione.
Ho notato che la svolta dell'approccio tra loro (me) e il cibo è avvenuta quando abbiamo iniziato a mangiare tutti insieme, a tavola, stesso orario, stesse pietanze. Ovvero quando abbiamo iniziato a vivere pranzo e cena come un momento di condivisione familiare, il momento in cui babbo (almeno 1 volta al giorno) e mamma stanno con loro e fanno le loro stesse cose, un momento che unisce nello stesso gesto grandi e piccoli, un vero e proprio luogo di incontro della giornata durante la quale ognuno ha le sue.
Ho quindi scoperto, per me in primis, il 'mangiare' non solo come atto ma anche come momento e come luogo, facce della stessa medaglia dalle quale non può prescindere la cosiddetta educazione a mangiare. 

Raccontata così sembra che a casa mia il momento del pasto sia uscito da un mix tra Tata Lucia e Gordon Ramsey con una buona dose di positività alla Mulino Bianco. Per carità, lungi da noi, ve lo assicuro. Lo sclero è sempre in agguato, insieme all'ansia e alla fatica che derivano dal confronto quotidiano tra 2 nani che fanno 20 kg e 5 anni in 2 e il loro approccio alla tavola. L'importante è ricordarmi che  il cibo e il mangiare, se vissuti con la consapevolezza che non significano solo riempirsi la pancia e cavalcare l'onda di una curva di crescita al 90° centile, possono essere un'occasione di crescita (e non solo ponderale) per tutti.
Mamme e papà di bambini inappetenti, compagni di stempio, vi dico solo 'yes we can!' e se vi va di parlarne fatevi avanti :)

Questo post partecipa al blogstorming  

11 commenti:

  1. Sì, bisognerebbe essere tutti più rilassati, hai ragione. Chissà però perchè, il pasto è uno di quei momenti dove, se non fila tutto splendidamente liscio, tendono a saltare i nervi.
    I miei non sono dei giganti, specie il grande che a 4 anni pesa 15 chili. Mangia di tutto, mai fatto storie per assaggiare, e di questo sono strafelice, ma ha una flemma... se non si insiste una cena durerebbe fino a mattina! Il piccolo invece è cappricciosissimo, magari sputa la pasta al ragu e poi si divora tutto il mio filetto (embè, mica scemo!). Ma ha altre mille manie (quello nel piatto degli altri è sempre meglio, anche se è identico a quello che c'è nel suo!), che mi fa davvero ammattire...
    comunque, devo girare il tuo post a qualche amica...

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    1. Secondo me ci riempiono la testa e gli occhi che bimbo cicciotto = bimbo sano e bello (senza nulla togliere ai bimbi che lo sono, per carità); tutte le volte che guardando il primo mi dicevano 'com'è piccolino, ti mangia?' era una mortificazione, come se io, mamma, non lo nutrissi a sufficienza, anche se probabilmente non è questo che volevano intendere. Detto molto molto semplicemente credo che la mamma di un bimbo inappetente (e lo dico per esperienza) sclera perché viene messa in dubbio (soprattutto da se stessa) la propria capacità di assolvere uno dei bisogni primari del figlio, quello di nutrirlo. La tavola diventa una banco di prova e addio serenità.
      Gira gira pure a chi pensi meglio, a volte l'argomento diventa talmente provante che servirebbe un gruppo di sostegno :)

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    2. hai detto bene: la tavola è un banco di prova. A volte, come mi ha suggerito la psicologa infantile, bisognerebbe "fare capannello", starsene da soli con la propria famiglia, e probabilmente riusciremmo a capire qual è la soluzione migliore per i nostri figli. Io sto passando un momentaccio con la mia bimba grande (10 anni) che come ha qualche preoccupazione praticamente smette di mangiare. Abbiamo iniziato un percorso con una psicologa infantile appunto, ma è difficile, difficilissimo per me (e per Cate ovviamente). Cerco di essere più accondiscendente che posso ma stasera, circa un'ora dopo la sua scarsa cena, quando mi ha detto "mamma ho fame", le ho detto: "pazienza...non ti dò niente..." Non so dove ci porterà questa mia reazione, ma di certo, per me, è un grosso passo avanti... (avevo letto il tuo post qualche giorno fa e mi sei venuta in mente)A Presto!

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    3. No, non è facile per niente. E penso che di fronte a un figlio di 10 anni lo sia ancora meno perché le variabili si moltiplicano e pensieri sono molti di più.
      Se tu, seppur riconoscendo che non sia facile, sei certa della strada scelta, sicuramente sarà il modo giusto per uscire da questo periodo. Tanto se è giusto o no una mamma lo sa, checché ne dica la gente.
      Barbara in bocca al lupo!

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  2. Il benessere e la salute passano anche attraverso il cibo, ma non solo ed il peso, in più o in meno, non è l'esclusivo indice del benessere. Noi mamme lo sappiamo e fregatene di chi ti dice il contrario................bel blog, tornerò a trovarti!!! Sono Mamma Piky

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    1. Ciao Mammapiki!
      Esatto, noi mamme lo sappiamo, ma a volte gli altri sembrano pagati per farti mettere in dubbio. Comunque sì, da quando ho imparato a fregarmene mi sento 20 kg meno :)
      Grazie mille per la visita, ci conto!

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  3. Tutti e due intolleranti al lattosio? A casa mia per il momento solo il più grande (dueanniemezzo) è intollerante al lattosio, e spero proprio che rimanga l'unico..per il resto per noi la pappa è un incubo quando ci siamo tutti, o meglio quando c'è papà, che mal tollera le piccole manie del duenne e immancabilmente mi trovo con marito arrabbiato e duenne in lacrime (con sforzi di vomito, macchie rosse in faccia, naso che cola etc etc).

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    1. Ciao Lisa e grazie che sei passata!
      Caspita O.O che bel momento deve essere per te :(
      Delle reazioni non mi sorprendo, anche il mio più piccolo, che ha un po' più il 'caratterino', quando non lo assecondo inizia a montare una sceneggiata, ma cerco di non demordere. Cerco sempre di distinguere il 'no' a tavola dettato dal capriccio o dal malessere. Tipo adesso sono tutti e due malaticci e, soprattutto il Piccolissimo, non mangerebbe niente e lagna ogni 2x3. Infatti anche qui il babbo in questi giorni si sta un po' snervando....ma c'è poco da fare se non aver pazienza e cercare di rimanere tranquilli altrimenti si va al manicomio!
      Quali sono le manie a cui ti riferisci?

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  4. mi piace molto mangiare non solo come ma come luogo... Condivido in pieno! Bella scoperta il tuo blog :)

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    1. non solo come atto... mi perdo i pezzi per strada!

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    2. Grazie mille Verdeacqua :) nell'era dei blog il tuo è un bel complimento davvero :D
      Certo che anche tu con la fotografia hai una bella marcia in più, io sono una ciofeca pure con il cellulare.....

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